La notizia della riapertura in Piemonte da lunedì 18 maggio dei centri di estetica e dei saloni di acconciatura è arrivata sul filo dei social ed è stata un’improvvisa ventata di ottimismo per imprese e clientela.
Un solo fine settimana per sistemare le ultime cose, per controllare la corretta applicazione delle regole generali di sicurezza, perché finora un protocollo governativo di recepimento regionale ancora non è stato divulgato, e finalmente, dopo due mesi di chiusura, ritornare al lavoro.
Una decisione invocata da più parti, sollecitata a gran voce dalle associazioni di categoria, che da lunedì andrà a costituire un altro tassello importante della “Fase 2”, la cui coda finale sarà la ripresa di bar e ristoranti, prevista per il lunedì successivo.
«Accogliamo con soddisfazione – commenta Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – la scelta del Governo di anticipare la riapertura dei cosiddetti “servizi alla persona”, che rappresentano per i cittadini uno degli aspetti strategici a favore del loro benessere. Chiediamo però, che a fronte di questa tempestività decisionale, seguano altrettanto rapide comunicazioni sul protocollo di sicurezza da applicare per non incorrere in sanzioni. Le imprese dell’area in questione, già abituate ad utilizzare sistemi di igiene altamente professionali, in questo frangente si ritrovano a dover ulteriormente incrementare i dispositivi di sicurezza, con esborsi anche di ordine economico, per garantire alla clientela la massima tutela della salute. È quindi necessario che questo avvenga secondo disposizioni governative chiare e applicabili in tempi consoni. La notizia dell’imminente riapertura, diramata all’inizio di questo weekend, sta rendendo più difficoltoso per qualche azienda il reperimento dei dispositivi, e inoltre non è stata immediatamente supportata da un documento ufficiale a cui attenersi per rispettare appieno le nuove norme vigenti. Da parte delle imprese c’è un grande impegno nel programmare il riavvio del lavoro secondo le regole, ci auguriamo però che questi ritardi normativi non diventino pretesto per azioni sanzionatorie nel momento cruciale della ripartenza, che avviene dopo un lungo periodo di inattività».
Foto di Dickelbers