Sab. Nov 23rd, 2024

 

Un’estate senza americani costa 1,8 miliardi all’Italia per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti della probabile proroga nel nuovo Dpcm, in vigore dal 15 luglio, che vedrebbe ancora l’obbligo di quarantena anche per chi arriva dagli Usa.

«Sicuramente una necessità di fronte al record di contagi che si sta verificando nel continente americano destinata però ad incidere pesantemente dal punto di vista economico del nostro territorio – spiega il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, Roberto Moncalvo – visto che di fatto rappresenta un blocco al flusso turistico».

Lo scorso anno in Italia ci sono stati oltre 1,3 milioni di cittadini statunitensi in viaggio in Italia durante i mesi di luglio, agosto e settembre che quest’anno rischiano di essere praticamente azzerati dal vincolo reso necessari per affrontate l’emergenza coronavirus, secondo l’analisi Coldiretti su dati Bankitalia. La perdita dei turisti statunitensi è particolarmente pesante perché hanno un budget elevato con una spesa estiva pari a quasi 1/3 (29%) del totale della spesa totale dei cittadini extracomunitari nella Penisola durante i mesi di luglio, agosto e settembre.

«La nostra provincia ha da sempre attirato soprattutto i turisti europei, ma negli ultimi anni si è vista una forte crescita dei turisti anche da Stati Uniti, Russia e Cina che fino ad ora non sono potuti partire. Gli effetti si faranno sentire anche dal venir meno della leva positiva del turismo sulle esportazioni nazionali con i turisti che al ritorno in patria cercano sugli scaffali i prodotti gustati durante il viaggio. Per questo a farne le spese potrebbe essere soprattutto il vino delle nostre colline, particolarmente apprezzato negli Usa, che potrebbe essere, oltretutto, colpito dai nuovi dazi di Trump. Al danno, peraltro, si aggiunge la beffa poiché il nostro Paese si ritrova ad essere punito dai dazi Usa nonostante la disputa tra Boeing e Airbus, causa scatenante della guerra commerciale, sia essenzialmente un progetto franco-tedesco al quale si sono aggiunti Spagna ed Gran Bretagna», conclude Moncalvo.

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