Costruttivo confronto tra il sindaco di Alba Carlo Bo e il sindaco di Asti Maurizio Rasero dopo l’annuncio della chiusura della Stamperia Miroglio di Govone. Tra i 151 dipendenti rimasti senza lavoro, infatti, un nutrito gruppo arriva dall’Astigiano.
Dopo aver incontrato nei giorni scorsi lavoratori, sindacati e proprietà e in attesa della riunione in Regione in programma martedì 21 luglio alle 17, il primo cittadino albese ha programmato una serie di appuntamenti con i sindaci dei comuni di residenza dei dipendenti e con le imprese del territorio per valutare possibili ricollocazioni.
«E’ importante ora unire le forze per riuscire a supportare concretamente i dipendenti coinvolgendo tutti gli attori del territorio – conferma il primo cittadino Carlo Bo –. Il sindaco Rasero mi ha assicurato massimo impegno a prendere contatto con le aziende della sua provincia e sondare eventuali ricollocazioni. Apro Formazione inoltre ha la dato la sua disponibilità a fornire ai lavoratori il supporto per aiutarli attraverso orientamento e corsi professionalizzanti in base anche a quelle che saranno le richieste del mercato locale».
Il sindaco di Asti Maurizio Rasero aggiunge: «Purtroppo sono circa 50 i lavoratori astigiani coinvolti dalla chiusura della Stamperia di Govone e ciò sta a significare che questa crisi determinerà ulteriori problematiche economico-sociali che andranno ad aggiungersi a quelle causate dalla recente pandemia. Non possiamo far mancare loro la vicinanza delle istituzioni locali».
Anche il vescovo di Alba monsignor Marco Brunetti, esprime solidarietà e vicinanza ai 151 dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro, e fa appello alla proprietà della Famiglia Miroglio, alle istituzioni civili e alle associazioni imprenditoriali del territorio, perché vengano garantiti i diritti dei lavoratori sul fronte dell’occupazione e della sopravvivenza economica.
Monsignor Brunetti si dichiara disponibile a incontrare nei prossimi giorni una delegazione dei dipendenti Miroglio per ascoltare le loro ragioni, e a fare quanto è possibile perché si arrivi a una soluzione equa e dignitosa della vicenda.