Al via la raccolta delle uve nei vigneti della Granda, in un’annata per la quale i tecnici viticoli di Coldiretti Cuneo nutrono ottimismo.
«I grappoli, nella stragrande maggioranza dei casi, si presentano abbondanti, sani ed integri, nonostante l’imprevedibilità che è stata la cifra dominante dell’annata 2020 sotto il profilo climatico – spiega il responsabile vitivinicolo di Coldiretti Cuneo Fabrizio Rapallino –. Attendiamo un aumento generalizzato del 20-30% rispetto all’annata 2019, anomala sotto il profilo quantitativo con rese più basse del 15-30% rispetto alla media. In altre parole, prevediamo una produttività normale, con qualche margine di aumento».
Tutte le varietà presentano una resa vicina ai massimali stabiliti dai disciplinari delle molte doc e docg, senza grandi scostamenti tra tipologie o aree, dalla Langa per i nebbioli da Barbaresco e Barolo, al Roero con nebbiolo ed arneis, passando per l’Albese, con dolcetto e barbera, e con identica situazione nel Doglianese, fino alla valle Belbo per il moscato e alla nicchia del Saluzzese.
«Per quanto riguarda i tempi di raccolta, il margine di anticipo di quindici giorni accumulato in primavera, grazie al clima favorevole che ha accompagnato quasi ovunque un accrescimento rapido e regolare, è in parte sfumato – precisa Rapallino – a causa delle ripetute piogge a carattere temporalesco fra giugno e luglio. A metà luglio l’invaiatura, quello stadio evolutivo in cui la varietà a bacca nera passa dal verde al rosso vivo e quella a bacca gialla inizia ad essere più trasparente, ha confermato l’anticipo di una settimana sul timing storico di raccolta».
Le uve da Alta Langa spumante sono già in parte state raccolte, ma la vendemmia è nel pieno svolgimento in questi giorni; interesserà le restanti uve, sempre da spumante, passando senza sosta ai bianchi fermi da chardonnay. La vendemmia del moscato inizierà i primi giorni di settembre, eccetto qualche partita staccata già a fine agosto, e seguirà quella dell’arneis. I primi rossi autoctoni a finire nei tini saranno il dolcetto entro la metà di settembre, poi la barbera e infine i nebbioli, attesi solo a partire da fine settembre e inizio ottobre.
«Quella che sta iniziando – rimarca il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo – è una vendemmia insolita, influenzata dalle misure di sicurezza anti-contagio e dalle difficoltà di spostamento degli stagionali agricoli stranieri, a causa del vincolo della quarantena per i paesi più a rischio. Per questo abbiamo chiesto alla Regione la possibilità di attuare la ‘quarantena attiva’, che consentirebbe agli stagionali di lavorare in vigna con un primo tampone all’arrivo e un secondo di controllo ad alcuni giorni di distanza: auspichiamo che arrivi in fretta una risposta».
«In un’ottica di mercato – aggiunge Moncalvo – la vendemmia 2020 è la prima segnata dagli effetti della pandemia mondiale, che tinge a tinte fosche il quadro delle vendite oltre confine, inasprendo le tensioni commerciali internazionali già esistenti, legate alla minaccia, fortunatamente sfumata poco prima di Ferragosto, dei nuovi dazi USA per il vino Made in Italy e all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea».
Altre discussioni, durante il periodo vendemmiale, riguardano i prezzi delle uve. A tal proposito Coldiretti Cuneo rinnova anche quest’anno l’invito ai produttori di concordare con l’acquirente, già all’atto del conferimento delle uve, il prezzo delle singole partite in base al loro effettivo valore, anziché accettare contratti che prevedano un saldo da definirsi in base alla media rilevata statisticamente e indicata soltanto a fine campagna, che potrebbe non rispecchiare la reale qualità di specifiche partite.