Alla luce dell’incontrollata proliferazione degli animali selvatici, con un numero di cinghiali in continuo aumento sul nostro territorio, è necessario che la Regione e la Prefettura prendano in considerazione, in via del tutto eccezionale, la possibilità di coinvolgere negli interventi di contenimento anche i cacciatori, oltre ai proprietari e conduttori di fondi, stante la sospensione dell’attività venatoria, compresa la caccia di selezione.
Lo sostiene Coldiretti in riferimento alla necessità di fermare l’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti causati dalla fauna selvatica.
A complicare il momento c’è la diffusione della peste suina africana, rispetto alla quale un possibile veicolo di contagio possono essere proprio i cinghiali che non si curano di zone gialle, rosse o arancioni e il cui numero si è moltiplicato in Italia dove si stima la presenza di circa 2 milioni di esemplari.
«È una situazione – dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – che sta mettendo a rischio l’equilibrio ambientale degli ecosistemi territoriali anche in aree ad elevato pregio naturalistico e che, se non si prevedono azioni specifiche nell’immediato, tenderà ad assumere una connotazione di sempre maggiore criticità. Per questo, come alcune altre Regioni hanno fatto in questi giorni, vanno adottate delle misure specifiche ed eccezionali, altrimenti non si aiuta la ripresa e la gestione di territori già colpiti duramente dalla crisi causata dalla pandemia. Se per effetto delle misure volte al mitigare il diffondersi dell’epidemia l’attività venatoria è sospesa, occorre rendere più efficaci i Piani di contenimento».
«La situazione venutasi a creare – aggiunge il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu – è insostenibile non solo per le imprese agricole, ma anche per i cittadini la cui sicurezza non è assolutamente preservata. È indispensabile che non si perda ulteriore tempo e si adottino le misure adeguate fino al perdurare dello stato di emergenza sanitaria, prima che sia troppo tardi».