Prosegue la pubblicazione del nostro itinerario dedicato a Castagnole delle Lanze. Qui il capitolo sulla sua storia
Come tanti centri in Provincia di Asti, anche Castagnole delle Lanze ha origine nel medioevo. Le carte del “Codex Astensis” la collocano fra i territori sotto il controllo dei Conti di Loreto. Fra costoro, chi ebbe maggiori relazioni con la comunità di Castagnole fu probabilmente Manfredo I, dal 1190 marchese di Busca, oltre che Conte di Loreto. Il marchese diede l’avvio alla dinastia dei Lancia, appellativo che si era guadagnato per aver servito come lancifero, in gioventù, presso la corte dell’imperatore Federico Barbarossa. A questo riguardo la denominazione Delle Lanze, deriva proprio dalla dinastia Lancia, peraltro Castagnole è l’unico comune piemontese con una simile denominazione. È anche molto probabile che in passato, Castagnole, come tantissimi comuni in cima alle colline della zona abbia avuto un castello, come dimora del conte, probabilmente abbattuto con la caduta del contado di Loreto risalente al 1255.
Testimonianze discordanti indicano anche che Bianca Lancia, imperatrice, l’ultima moglie di Federico II di Svevia, fosse figlia di Manfredo I oppure di Bonifacio di Agliano, insomma che avesse origini castagnolesi. In realtà, purtroppo di questo personaggio quasi leggendario, si conosce incredibilmente soltanto il nome. È stata certamente l’amante dell’Imperatore Federico, a cui aveva dato un figlio illegittimo, Manfredi e a quanto raccontano le cronache anch’esse discordanti dell’epoca si è sposata con l’imperatore poco prima di morire chiedendogli che la loro relazione almeno alla fine fosse legittimata. Nemmeno la data della morte è certa (forse il 1248), eppure è stata l’unico personaggio femminile che ha avuto una qualche risonanza accanto a uno dei personaggi imponenti del medioevo e suo figlio, Manfredi è diventato poi Re di Sicilia, fino alla sconfitta e alla morte sul campo di battaglia di Benevento contro l’esercito Angioino, ultimo discendente della dinastia degli Svevi.
Ma torniamo a Castagnole delle Lanze, che nel XIII secolo entrò nei domini della Città di Asti, che in quel secolo conobbe il periodo di maggior splendore come Comune. Invece nel XIV secolo Castagnole rientrava nei domini dei Visconti: fra i documenti comunali appare un giuramento di fedeltà della Comunità a Valentina Visconti, che aveva avuto in dote il feudo con tutto il resto della “Patria Astese” per le nozze con Luigi di Valois, Duca d’Orléans. Dalla fine del XIV secolo fino agli inizi del XVII secolo, Castagnole fece parte del Capitanato d’Astesana, e come tale non fu mai infeudato, ma sottoposto al diretto dominio del governatore di Asti. Nello stesso periodo il paese venne fortificato da una robusta cinta di mura dotata di torrioni cilindrici, di cui però, purtroppo restano pochissime tracce.
Nel 1573 troviamo Castagnole all’interno del territorio controllato dai Savoia, in particolare da Emanuele Filiberto, che era tornato in possesso del suo Ducato dopo la parentesi francese. Da questo momento il comune è assoggettato a due signorie: da un lato il feudo degli Asinari e dall’altro la signoria della famiglia di Catalano Alfieri, signore di Magliano e di Castagnole. Agli Alfieri subentrarono nel 1797 i conti Birago di Borgaro Torinese (che presero il nome di Birago-Alfieri), agli Asinari invece, per investitura ereditaria, i Marchesi Carron di Saint Thomas, la cui signoria si esaurì nel 1836.
Con i marchesi di Saint Thomas e con la famiglia Birago-Alfieri cessò per Castagnole delle Lanze ogni residuo di dominazione feudale, seguendo ovviamente il destino di casa Savoia e del Regno di Sardegna prima e poi del Regno d’Italia.
A partire dalla fine dell’800 a Castagnole delle Lanze prese il via il processo di sviluppo dell’industria vitivinicola, con l’apertura di diverse aziende che ben presto diventarono leader nella produzione di vermouth e spumanti. La seconda guerra mondiale oltre ai caduti nelle operazioni belliche portò due incursioni aeree alleate sulla stazione ferroviaria e alcune azioni di guerriglia tra partigiani e truppe della Repubblica di Salò.