Torna all’asta l’ex ospedale di Asti. L’Asl At ha appena pubblicato il nuovo avviso di asta pubblica: le offerte vanno presentate entro le 15 del 22 febbraio, la base d’asta è stata fissata in 16,673 milioni (la delibera firmata dal direttore generale Flavio Boraso è visibile sull’Albo pretorio dell’Asl).
«Una notizia positiva, anche se resta del rammarico – commenta il sindaco di Asti Maurizio Rasero – come Amministrazione sin dal nostro insediamento ci siamo impegnati per trovare una soluzione al riutilizzo degli immobili di proprietà dell’Asl. Avevamo proposto alla Regione, giunta Chiamparino, uno scambio di edifici, operazione che avrebbe permesso alla Città di entrare in possesso del vecchio ospedale: senza questa condizione è più complicato ipotizzare soluzioni. Trattativa molto ben avviata, ma che purtroppo non è stato poi possibile concludere dopo oltre un anno di incontri. Adesso si riparte, speriamo sia la volta buona, anche se temiamo che questa asta possa andare deserta, aspettando una nuova convocazione con una quotazione ribassata».
L’ex ospedale è l’ultimo dei tre immobili Asl inutilizzati dopo la entrata in servizio del Massaia, per il quale non è stata trovata una soluzione. Il Poliambulatorio di via Orfanotrofio è stato ceduto nel 2017 ad una società privata che lo ha trasformato in residenza per anziani; per l’ex Maternità Asl e Regione stanno mettendo a punto un progetto per trasformarlo in un presidio territoriale, dove concentrare in un’unica e più idonea sede diverse attività sanitarie di tipo ambulatoriale. Dal 2005, anno in cui è stata definitivamente abbandonata la storica sede di via Bottallo, sono stati numerosi i tentativi di vendita dell’immobile, andati a vuoto.
L’immobile è composto da una parte storica, un ex convento, sottoposta a vincolo dalla Soprintendenza ai beni architettonici della Regione Piemonte, e una parte realizzata negli Anni Settanta che si affaccia su viale alla Vittoria.
Il piano regolatore prevede già una serie di possibili destinazioni del complesso. Per la parte sottoposta a vincolo, sono ammessi (con obbligo di Piano particolareggiato di iniziativa pubblica) l’uso residenziale, commerciale (fino a 400 mq), direzionale, artigianale di servizio (fino a 800 mq), turistico e ricettivo, sportivo e tempo libero e infine servizi pubblici o privati di uso pubblico. Per la parte non vincolata, è prevista la possibilità di demolizione con un premio in cubatura, e la possibilità di realizzare altrove le volumetrie abbattute.
Nella foto: il sindaco Rasero e l’allora vicepresidente delle Regione Piemonte Aldo Reschigna