Con la guerra in Ucraina e le tensioni internazionali, si registrano aumenti insostenibili (in una settimana l’aumento è stato del 20%) per le imprese del trasporto persone che sono ridotte allo stremo. L’impatto dell’aumento del carburante è talmente penalizzante per un settore già colpito duramente dalla crisi pandemica che si scaricherà sui margini di profitto e sul valore aggiunto di ciascuna impresa.
Servono rimedi urgenti come un intervento temporaneo sull’Iva, una defiscalizzazione e poi un taglio alle accise. E, per chi lavora con il pubblico, clausole di revisione prezzi e la compensazione negli appalti pubblici come avvenuto per l’edilizia. Lo chiedono Carlo Boglione, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Trasporti Taxi e Eraldo Abbate, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Trasporti NCC.
«È un ciclone – affermano Baglione e Abbate – quello che sta investendo il servizio di Trasporto persone che conta in Piemonte circa 2.343 imprese artigiane con oltre 4.000 addetti. Gli aumenti vertiginosi di questi ultimi mesi delle materie prime, di luce e gas, riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso che fa muovere i nostri mezzi. L’aumento del prezzo del diesel alla pompa era un anno fa di 1,35 al litro; è arrivato in queste ore ad una media di 2,156 euro (+ 59,9 per cento)».
«In particolare, il nostro settore fatto di bus turistici, servizi aggiuntivi di trasporto pubblico e mobilità scolastica -sottolinea Abbate- ci pone tra il “martello” dei caro gasolio e l’”incudine” dei contratti fissi siglati. Il costo del pieno ad esempio per uno scuolabus è passato da 270 euro a 432 (162 euro in più) che non possiamo in alcun modo scaricare sui Comuni. Avevamo avvertito per tempo dei rischi che si sarebbero abbattuti sul mondo del trasporto persone con il rincaro dei carburanti, proponendo alcune misure emergenziali. Purtroppo, le nostre proposte sono cadute nel vuoto, con tutti gli effetti catastrofici che adesso vivono le nostre imprese per le quali la voce carburante grava per il 30 per cento dei costi aziendali».
«Oggi è ancora più urgente porre subito rimedio alla drammatica situazione che potrebbe far diventare conveniente per le imprese spegnere i motori anziché continuare a viaggiare in perdita – afferma Baglione – con conseguenze devastanti per la ripresa economica in atto. Voglio ricordare che il costo di un pieno per un taxi è passato da 87 euro a 145. Una follia! Il Governo deve mettere in campo provvedimenti immediati per alleggerire la pressione sulle imprese. La situazione è talmente grave che le imprese non sono più in grado di garantire i servizi. Per tale ragione chiediamo al Governo strumenti nuovi che consentano di assorbire le perdite di fatturato a fronte dei maggiori costi e formule nuove che ridisegnino e riprogrammino la domanda di mobilità consentendo alle imprese di questo comparto di ricominciare a lavorare».