Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire sulle nocciole del Piemonte. Si stima, infatti, un calo della produzione a causa del maltempo, che ha provocato la caduta anticipata dei frutti.
Il comparto corilicolo piemontese conta 2.000 aziende con 27.000 ettari di superficie coltivata per una produzione totale di circa 200.000 quintali e quasi 80 milioni di euro di fatturato. La Provincia di Cuneo è particolarmente vocata alla produzione di nocciole tanto che sono ben 1.300 le aziende cuneesi a coltivarle su una superficie di 13.000 ettari, per una produzione totale media di 140.000 quintali.
Negli ultimi tre anni, le rese non sono state all’altezza delle aspettative, compromettendo la sostenibilità economica del settore con il rischio di mettere sempre più in difficoltà un intero areale.
Due associazioni di categoria hanno lanciato l’allarme su questo tema, Coldiretti e Confagricoltura.
«Alla luce delle previsioni che evidenziano una produzione minore per quest’anno, auspichiamo un’alta remunerazione delle nocciole del Piemonte, affinché si possa valorizzare uno dei simboli di qualità e dell’eccellenza del nostro territorio», dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.
«Sono oltre 28mila gli ettari coltivati a nocciolo in Piemonte, quasi 17mila in provincia di Cuneo e oltre 90mila in tutta Italia. L’attenzione nei confronti del comparto resta molto alta – dichiara Alessandro Bottallo, segretario di Confagricoltura zona di Alba –, ma numerose sono le difficoltà che negli ultimi anni hanno colpito la coltivazione, con il rischio di perdere migliaia di ettari di coltivazione: tra questi i cambiamenti climatici e l’insorgenza di nuove fitopatologie. Diventa quindi fondamentale puntare sulla ricerca scientifica, favorendo nuove pratiche agricole più resilienti e sostenibili».