Sab. Apr 12th, 2025

 

Lo stravolgimento del clima, tra sfasamenti stagionali, temperature in aumento, lunghi periodi di siccità e picchi di pioggia intensa, acuisce i problemi fitosanitari dei noccioleti piemontesi e incide notevolmente sulla produttività, ma sono in via di ricerca e sperimentazione pratiche innovative, utili a preservare una produzione di eccellenza come quella corilicola.

È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo a margine del convegno “Nocciolo in Piemonte, l’importanza della ricerca per rispondere alle domande del settore”, che ha organizzato martedìm8 aprile a Cherasco, presso “La Porta delle Langhe”.

Quasi 200 corilicoltori hanno seguito l’approfondimento sul nocciolo, coltura che ha conosciuto un aumento esponenziale delle superfici dedicate – evidenzia Coldiretti Cuneo – passando nell’ultimo decennio da 8.000 a 13.000 ettari (+63%), su un totale di oltre 27.000 ettari in Piemonte. Pur a fronte di un incremento degli ettari, non sono cresciuti negli ultimi anni i quantitativi prodotti; il cambiamento climatico sta generando un forte stress per le piante, favorendo lo sviluppo di patologie nei noccioleti, dalle colline tradizionalmente vocate delle Langhe agli impianti di pianura.

«Serve un vero e proprio Piano Marshall per la nostra corilicoltura. Ribadiamo l’urgenza di una presa di posizione forte da parte della Regione sullo stato di crisi del settore e la necessità di promuovere la ricerca per rilanciare il comparto – dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada –. Di fronte alla sfida climatica, è indispensabile individuare strategie per tutelare la produttività, e conseguentemente il reddito, delle aziende agricole, difendendo un patrimonio come quello corilicolo, essenziale per l’economia agricola cuneese e la biodiversità delle nostre terre».

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