Domenica 26 agosto a Santo Stefano Belbo presso il Cepam (Centro pavesiano Museo Casa Natale) è stato consegnato il Premio Cesare Pavese, che ogni anno assegna riconoscimenti a grandi figure intellettuali italiane e a chi, attraverso i propri studi, ha contribuito alla ricerca riguardo la letteratura del grande scrittore originario di Santo Stefano Belbo a cui è intitolato il premio.
L’iniziativa è giunta alla 35ª edizione organizzata ogni anno dal Cepam. Sono stati premiati Lidia Ravera, per il romanzo “Il terzo tempo” (Bompiani, 2017), Corraudo Augias per il saggio “Questa nostra Italia” (Einaudi 2017), Antonio Polito per il saggio “Riprendiamoci i nostri figli” (Marsilio, 2017), Riccardo Olivieri con la silloge “A quale ritmo per quale regnante” (Passigli, 2017), per la sezione “Opere edite”.
Sono stati consegnati anche altri premi: il premio speciale assegnato a un’opera straniera è andato a “Governare la Cina” di Xi Jinping, il presidente della Repubblica popolare Cinese, pubblicato in Italia di Giunti nel 2016; Alberto Comparini è stato premiato per la tesi di laurea dedicata a Cesare Pavese, ora diventata un saggio edito dalla casa editrice Mimesis, intitolato “La poetica dei Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese”, il premio è stato assegnato grazie al sostegno dell’agriturismo Giacinto Gallina; il Premio Cesare Pavese; come editore è stato premiato Reverdito; Sono risultati meritevole di menzione Antonella Saracco per “Il primo giro di pietre” e Marco Delpino per “Tornerà Natale”. Invece il giorno prima, sabato 25 agosto, erano stati premiati i vincitori della sezione “inediti”: Claudia Cravero per la narrativa in italiano e Attilio Rossi per quella in Piemontese, Lorenzo Vaira per la poesia in Piemontese e Achille Guzzardella per la saggistica.
Nel corso della mattina di domenica a fare gli onori di casa sono stati Luigi Gatti, presidente del premio e Giovanna Romanelli. Sono intervenuti i principali vincitori del concorso.
Il primo a ricevere il riconoscimento è stato il poeta Riccardo Olivieri, poiché, stando alla motivazione della giuria “Quest’ultima silloge… prosegue e raffina quel cammino iniziato tempo fa verso la ricerca di una parola scarna, essenziale, autentica, capace di tradurre con immediatezza il proprio sentire, il proprio essere nel mondo”. L’autore dal canto suo ha spiegato di ispirarsi alla figura del lupo, animale sociale e al tempo stesso silenzioso.
Successivamente è intervenuto il giornalista Antonio Polito, che ha pubblicato un saggio sull’educazione e sul rapporto fra genitori e figli, un testo dallo “stile narrativo fluido, capace di agevolare anche la ricezione al lettore meno attrezzato nell’interpretazione. Infatti, con analisi fine e misurata l’autore affronta temi difficili e complessi, sintetizzati nel significativo sottotitolo “la solitudine dei padri e la generazione senza eredità”. Ilo giornalista ha parlato della natura della sua pubblicazione, non un libro di politica, ma di educazione scritto da un padre. Ha ribadito l’importanza dell’educazione perché i giovani rappresentano il futuro, in questo senso occuparsi di questo argomento è un atto anche politico.
È intervenuto successivamente Corrado Augias, autore di “Questa nostra Italia”, “saggio colto e raffinato che si propone l’ambizioso obiettivo di ricercare, attraverso luoghi, testimonianze e memorie, le radici di una nostra possibile identità nazionale”. L’autore ha accennato a Pavese, lo scrittore, cui è dedicato il premio, dicendo che oggi, autori come Pavese e Fenoglio, dal punto di vista delle tematiche civili dei loro romanzi sono in ombra, fuori gioco. Poi ha parlato del suo viaggio in Italia, iniziato da Torino e concluso a Palermo, attraverso le mille diversità che si possono incontrare nella penisola. Ha spiegato che l’Italia ha la vocazione alla bellezza che ne rappresenta l’identità comune a tutti i suoi territori.
Lidia Ravera, ha dedicato il suo romanzo “Il terzo tempo” alla vecchiaia. “Un romanzo ampio, articolato, complesso, che affronta in modo originale e con elegante fluidità narrativa un tema arduo e raramente messo a nudo nella sua dura e contraddittoria realtà, quello della terza età”. La scrittrice ha esordito ricordando il padre, nato proprio a Santo Stefano Belbo, che aveva desiderato tornare nel paese d’origine. Poi ha riflettuto sulla vecchiaia, il momento esistenziale a cui è dedicato il suo romanzo: “essere vecchi è bellissimo”, ha detto, è un momento in cui si recupera libertà da impiegare, continuando sempre a imparare.
È anche intervenuto un rappresentante dell’Ambasciata cinese in Italia per ritirare il premio destinato al presidente Xi Jinping, ha ringraziato la giuria e gli organizzatori per il riconoscimento auspicando rapporti sempre più stretti fra i due Paesi. A seguire Sergio Giunti, il presidente della casa editrice, ha spiegato le ragioni della traduzione del testo “Governare la Cina”.