Dom. Nov 24th, 2024

 

Si è svolta sabato 18 maggio nella Sala Ordet di Alba l’annuale cerimonia di premiazione della Cassa Edile della provincia di Cuneo nella quale 38 lavoratori sono stati insigniti di una targa e di un assegno di 1.500 euro per i loro 30 anni di lavoro nel settore edile, mentre altri 27 hanno ricevuto un attestato ed un assegno di mille euro per i loro 25 anni nel comparto.

Premiati anche 11 studenti delle scuole medie inferiori, 62 delle medie superiori e 24 universitari meritevoli, lavoratori o figli di lavoratori del settore, con sussidi allo studio per un totale di circa 35 mila euro. Premi e sussidi per circa 120 mila euro elargiti dalla Cassa Edile della provincia di Cuneo a tutela del presente e del futuro del comparto.

Come consuetudine, l’annuale cerimonia ha rappresentato anche un importante momento di analisi del settore nel quale non si è mancato di evidenziare gli aspetti positivi e le criticità del comparto.

«Nonostante il nostro settore continui ad essere stressato da una crisi che sembra non finire mai, i dati relativi all’ultimo anno edile ci consentono di abbozzare un timido sorriso – dichiara Luca Barberis, presidente della Cassa Edile della provincia di Cuneo –. La curva dei dati, dopo essersi appiattita per troppo tempo, ha cominciato a risalire in termini di imprese iscritte, di operai iscritti, di massa salari denunciata e di ore ordinarie denunciate. Soprattutto il dato sulla massa salari, aumentata del 10% nell’ultimo semestre, può essere riconducibile sia ad un effettivo aumento del lavoro svolto, ma anche ad una diminuzione di quel lavoro sommerso, la cui individuazione ed eliminazione il nostro comitato di presidenza ha messo al centro degli obiettivi del suo mandato».

«La premiazione di lavoratori che svolgono questo mestiere da così tanto tempo non può non essere occasione per riproporre con forza il tema del riconoscimento dei lavori gravosi e usuranti – aggiunge il vice-presidente Nicola Gagino –. E’ del tutto evidente che i mestieri non sono tutti uguali e che svolgere una professione piuttosto che un’altra non comporti il medesimo logorio fisico. E’ necessario che l’argomento venga al più presto affrontato nelle opportune sedi per dare una risposta alle tante persone che da tanti anni svolgono lavori pesanti, come gli operatori del comparto edile».

«Una delle più importanti battaglie che ci troviamo a dover combattere oggi è senza dubbio quella legata al contratto di lavoro – sottolinea Luciano Gandolfo, rappresentante provinciale Confartigianato Anaepa –. Purtroppo nei cantieri ci sono tanti lavoratori con contratti diversi da quello edile, che è l’unico in grado di garantire al lavoratore l’adeguata formazione oltre alle necessarie tutele in ambito economico e di sicurezza. I quattro morti nei cantieri in provincia di Cuneo da inizio anno ci dicono che c’è ancora molta strada da fare nell’ambito della sicurezza sul lavoro che non può prescindere dall’uniformità contrattuale di tutti i lavoratori del comparto».

 

Nella foto il gruppo dei 38 premiati per i 30 anni di attività.

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