Martedì 14 marzo alle ore 20.30 in sala “Vittorio Riolfo” (via Vittorio Emanuele 19) ad Alba, l’Ufficio Pace del Comune di Alba in collaborazione con “Donne in Nero Contro la Guerra Alba” e “AssoPace Palestina” presentano: “Donne palestinesi raccontano: 5 film, 5 registe palestinesi esordienti, 5 storie di donne, di lotta e di vita”.
L’iniziativa prevede la presenza di Luisa Morgantini presidente di AssopacePalestina, per uno sguardo inedito e originale sulla generazione di donne palestinesi che ha vissuto la diaspora e la lunga occupazione militare israeliana: ricordi, attivismo politico e impegno sociale, tradizioni, canti, profumi, lotta e resistenza.
In particolare, durante la serata saranno proiettati i seguenti documentari:
Se Asmaa avesse parlato di Yafa Atef – 24 min
Una ragazzina di 16 anni viene arrestata e subisce estenuanti interrogatori nel carcere israeliano. Non si sa cosa abbia potuto confessare o che tipo di pressioni abbia subito. Quando viene rilasciata è profondamente sconvolta e poco dopo si uccide, portando con sé il suo segreto.
La collana di gelsomino di Qamar Shabaroo – 34 min
Una donna di una famiglia benestante ricorda la vita, le usanze e le tradizioni palestinesi dei tempi anteriori al 1948. Un racconto tra il nostalgico e il rassegnato sui piaceri del bagno turco, sui matrimoni, i parti, i raffinati profumi di collane al gelsomino e poi quei cerimoniosi ricevimenti tra donne chiamati Istiqbal.
Un secchio d’acqua di Rebeeha Allan – 28 min
Khadeja ha 96 anni e vive in un campo profughi. Ripercorre tutta la sua vita sul filo dei ricordi legati alla costante penuria di acqua. Da quando sposa 15enne aveva acqua in abbondanza vicino a casa, alle distruzioni e uccisioni nel suo villaggio all’arrivo degli israeliani, alla fuga affannosa fino all’approdo nel campo Unrwa, alle interminabili piacevoli file davanti alle fontane, al penoso scavo di latrine e sorgenti all’interno stesso del campo.
Il segreto della donna pastora di Basma Swaity – 19 min
Una dura vita spesa pascolando le pecore, accudendo alla casa e allevando i figli. Le restrizioni al pascolo causate dal Muro si intrecciano con le terribili vicende personali: uccide un figlio lattante in un accesso d’ira e di stanchezza, ha un altro figlio imprigionato e poi ucciso dagli israeliani. Ma quest’ultimo figlio muore da eroe, dissetandosi da una bottiglia che la donna conserva e che usa come suo unico strumento per bere.
L’impronta di Suzan di Shams Gareeb e Zakeih Jabda – 17 min
Suzan è un’anziana educatrice che ha speso la sua vita ad organizzare scuole e orfanotrofi in Cisgiordania. Il suo racconto comincia da quando, ancora fanciulla, piangeva sapendo che la sua maestra era stata costretta dai Sionisti a camminare a piedi nudi da Ramla a Gerusalemme. Poi si diploma, mette su famiglia e comincia la sua attività tesa a raccogliere fondi per costruire scuole e istituti per minori. La sua visita a una di queste scuole è accolta con grande commozione.
L’incontro nell’ambito di “Marzo Donna. Eventi, incontri e tavole rotonde sulla figura femminile” è a ingresso libero.