Nella seduta del 23 dicembre, in seguito alle comunicazioni del presidente della Regione Alberto Cirio sull’indagine che coinvolge l’ex assessore Roberto Rosso, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato due ordini del giorno.
Quello a prima firma Maurizio Marrone (Fratelli ‘Italia) invita “il presidente del Consiglio dei ministri, il ministro degli affari regionali e quello dell’interno a dare seguito con la massima tempestività agli atti e provvedimenti previsti dal Dl 235/12, alla sospensione di Roberto Rosso dalla carica di consigliere regionale”, impegna “il presidente del Consiglio regionale, l’Udp e il Consiglio regionale tutto a emettere immediatamente il provvedimento di sospensione, appena ricevuta notifica del relativo Dpcm e invita infine il Presidente della Regione, quando le accuse vengano confermate con l’avvio del processo, a formalizzare la costituzione di parte civile della Regione Piemonte nel procedimento penale. Il provvedimento è passato con 31 voti a favore e 17 non votanti.
Poi quello con primo firmatario Alberto Preioni (Lega), impegna “il presidente del Consiglio regionale ad assegnare il testo della legge” sul gioco d’azzardo “oltre alle Commissioni terza e quarta, anche alla Commissione Legalità”. Il documento ha ottenuto 31 sì, 16 non votanti e 1 voto contrario.
Sono stati respinti, con l’astensione della maggioranza, due altri ordini del giorno, entrambi a prima firma Marco Grimaldi (Luv). Uno invitava tra l’altro “i presidenti di Commissione a sospendere l’esame della proposta di legge” sulle slot machine “al fine di permettere una riflessione dedicata sul tema in Commissione legalità”. L’altro chiedeva di “dare mandato all’avvocatura di seguire la fine delle indagini e le eventuali successive richieste di rinvio a giudizio degli indagati dell’operazione Fenice, nonché alla Regione e ai singoli consiglieri di costituirsi parte civile nell’eventuale processo, se sarà celebrato”.
Durante il dibattito in aula Cirio fra le altre cose ha detto: «Quello che questa storia deve insegnarci è non solo che la mafia esiste, perché di questo siamo consapevoli, ma che può entrarci in casa senza che ce ne accorgiamo. E per impedirlo non abbiamo difese sufficienti. Dobbiamo crearle insieme, usando lo strumento della Commsisione legalità, valutando anche l’opportunità di accrescerne i poteri: mi appello all’aiuto di tutti. Chiedo venga convocata con urgenza, io vi parteciperò in prima persona. Auguro a Rosso di poter dimostrare l’estraneità ai fatti ma di fronte ad accuse così gravi e immagini che dimostrano l’esistenza di determinate frequentazioni non si può restare fermi e in silenzio. È il motivo per cui, ho immediatamente predisposto la sua revoca da assessore… Se solo avessi avuto un dubbio non solo non lo avrei nominato assessore, l’ho già detto e lo ribadisco, non ci sarei andato neanche a bere un caffè. Perché se le accuse saranno confermate, Rosso non avrà fatto solo un danno a se stesso ma al concetto stesso di rappresentanza delle istituzioni e di democrazia. Condivido la preoccupazione di queste ultime ore, ma non possiamo permettere che il caso singolo mini la legittimità e credibilità complessiva delle istituzioni».
Domenico Ravetti, capogruppo del Pd, ha detto: «per proteggere le istituzioni dalle infiltrazioni mafiosi occorrono diversi anticorpi: lotta alla mafia come espressione di responsabilità; una cultura che individui il fine della lotta; l’Europa, come spazio minimo di tale battaglia antimafia; convincere i giovani che scorciatoie e furbizie hanno sempre un prezzo; essere dalla parte della magistratura non nell’indossare la stessa divisa ma garantendo le condizioni per prevenire e reprimere fatti di mafia; la Politica intesa come il posto dei migliori; valutare il bene e il male delle leggi elettorali e strumenti più equi e liberi, lontano dall’ambizione dei singoli; dare operatività alla Commissione antimafia regionale; infine, perseguiamo unità: le mafie ci vogliono divisi superficiali e ambiziosi».
«La lega – ha spiegato nel suo intervento il capogruppo Alberto Preioni – da sempre è contro la mafia. Ritengo dovute le dimissioni di Rosso e auspico si acceleri anche sulla sospensione da consigliere. La mafia è insita in tanti ambiti dell’economia, ma non sarebbe giusto penalizzare interi settori. Penso al gioco legale, ingiustamente strumentalizzato e criminalizzato. Eventuali interferenze vanno ovviamente punite, ma senza puntare il dito su interi comparti».
Francesca Frediani per i Cinque stelle: «I fatti sono gravissimi -e gettano un’ombra pesante su tutta la maggioranza e di riflesso su tutta l’istituzione regionale. Il Tema legalità è da sempre tra le priorità del M5s, per questo abbiamo fortemente voluto l’istituzione di una Commissione legalità, che però fino a ieri è sempre stata subordinata all’istituzione della Commissione autonomia. Per fortuna oggi le priorità sembrano essere cambiate. Quando non basta il buon senso per prendere decisioni, arrivano i fatti a mettere in luce le reali priorità».