Dom. Nov 24th, 2024

 

Confindustria Cuneo ha presentato l’indagine congiunturale per il secondo trimestre di quest’anno relativo alla Provincia di Cuneo, condotta ne”ambito dell’indagine regionale.

L’indagine congiunturale regionale per il secondo trimestre 2020 condotta da Confindustria Piemonte ha registrato, com’era facile prevedere, la caduta generalizzata del clima di fiducia tra le imprese in seguito all’emergenza sanitaria.

Anche a livello provinciale l’indagine di previsione per il secondo trimestre 2020, inserita nell’àmbito di quella regionale, realizzata su un campione di circa 270 imprese associate, ha registrato il crollo generalizzato delle attese riguardante sia il manifatturiero che i servizi.

Il presidente Mauro Gola, affiancato dal direttore di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio, e da Elena Angaramo, responsabile del Centro studi dell’associazione imprenditoriale provinciale, ha presentato gli esiti dell’elaborazione dei dati durante una videoconferenza stampa a cui hanno partecipato anche numerose aziende.

I relatori hanno evidenziato come si tratti di numeri cristallizzati su una situazione che dal momento del rilevamento è andata peggiorando e che pertanto, se l’indagine fosse svolta in questi giorni, evidenzierebbe esiti ancor più negativi.

Le fonti di preoccupazione, ha sottolineato Gola, sono soprattutto quattro: il calo dell’export, la caduta della redditività, la crescita del ricorso alla cassa integrazione e i problemi del sistema dei pagamenti. Il Presidente di Confindustria Cuneo ha inoltre evidenziato come l’auspicabile riapertura in piena sicurezza degli impianti produttivi non equivarrà a un’immediata ripresa. Perché essa vi sia, sarà fondamentale, nel breve periodo, che dia segni di vitalità il mercato interno.

Pur evidenziando molti elementi negativi, e pur ribadendo che si tratta di dati certamente peggiorati rispetto a quando sono stati raccolti, il quadro della Granda tracciato dall’indagine congiunturale è meno pesante di quello regionale.

Nel comparto manifatturiero del cuneese il 35% delle imprese prevede una riduzione della produzione, contro il 16% prospetta un aumento. Il saldo è in calo di 11 punti rispetto al precedente trimestre. Sono quasi analoghe le previsioni sugli ordinativi: il 34% degli intervistati prevede una contrazione contro il 15% che ipotizza un incremento. I valori sono ancora lontani dai picchi recessivi del 2009, ma il balzo verso il basso è notevole.

Precipitano anche l’export e la redditività. Aumentano i ritardi nei pagamenti, indicatore sempre molto sensibile nelle fasi di brusco deterioramento del mercato.

Raddoppia il ricorso alla cassa integrazione: un quinto delle aziende partecipanti all’indagine prevede di dover ricorrere agli ammortizzatori sociali. Percentuali così elevate non si registravano dal 2016 e va ribadito che oggi la situazione è ancor più negativa.

I settori produttivi sono colpiti dall’emergenza in modo abbastanza omogeneo. Nella prima fase la meccanica ha resistito, peggiorando le attese nell’ultima e diventando oggi quella forse più problematica. Ha fatto registrare un andamento inverso il settore alimentare che, tuttavia, registra indicatori decisamente negativi.

Anche il comparto dei servizi è stato investito in pieno dalla crisi. Gli indicatori sono addirittura più sfavorevoli di quelli del manifatturiero, con una marcata inversione del clima di fiducia che a gennaio era marcatamente espansivo. Fanno eccezione solo le utilities.

 

Nella foto la video conferenza stampa di Confindustria Cuneo

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