Botta e risposta polemico fra i gruppi consiliari di Centrosinistra braidese e l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, sul destino del pronto Soccorso di Bra, che, chiuso il 20 marzo per far fronte all’emergenza sanitaria legata al Covid-19 non sarà riaperto, in vista dell’entrata in funzione dell’ospedale di Verduno.
Avevano scritto i consiglieri comunali braidesi:
“Apprendiamo dalla stampa che l’assessore regionale alla Sanità Icardi sta predisponendo una riapertura dei sei Pronto Soccorso chiusi il 20 marzo per l’emergenza covid. Sei? Ma non erano sette quelli chiusi? Certo, ma la città di Bra per l’assessore evidentemente non esiste, e del nostro Pronto Soccorso, sbarrato nel giro di poche ore, nulla ritiene utile dire.
Ora, fra i braidesi già la chiusura è stata digerita malissimo, e forse l’assessore potrebbe almeno degnarsi di ri-spiegarci che a Bra non c’è alcun problema, visto che è imminente l’apertura del DEA di Verduno. Diciamo a Icardi in primo luogo che questa imminenza comporterà comunque almeno quattro mesi di totale assenza del servizio ad una città di 30.000 abitanti in un distretto che ne conta in totale 55.000, Ma diciamo anche un’altra cosa: l’apertura del DEA di Verduno darà certamente alla città un servizio di gran lunga superiore al Pronto Soccorso ormai defunto. Esso però non estinguerà la necessità di un servizio di ‘prima accoglienza’ per coloro che, non presentando sintomi gravi (o non rendendosi conto della propria situazione di rischio), hanno bisogno di assistenza in prossimità di casa.
Questa necessità deve trovare soluzione all’interno della Casa della Salute in via di apertura nel Santo Spirito. E lo strumento è un Punto di Primo Intervento (PPI), in raccordo con la ‘continuità assistenziale’ garantita dalla Casa della Salute: strumento sanitario attivo in molte regioni italiane ed anche in Piemonte (ad esempio tale è classificato il servizio a Giaveno, ove non esiste l’ospedale). A Bra il PPI si connetterebbe agevolmente anche con il 118 già presente in loco, le cui ambulanze medicalizzate possono garantire la stabilizzazione dei casi gravi prima del trasferimento a Verduno.
La situazione in cui si trova Bra, che incomprensibilmente non trova spazio dalle parti dell’assessore regionale, ci porta a chiedere immediate garanzie che la costituzione di questo servizio avvenga, ed avvenga in tempi precisamente programmati. Ci rivolgiamo con questo appello anche alla Dirigenza dell’ASL CN2, che certo è consapevole del disagio fortemente sentito dalla nostra comunità. Crediamo di aver diritto ad una risposta, che potrà giungere non con una generica lettera, ma con un incontro con l’amministrazione cittadina da tenersi appena possibile”.
L’assessore Icardi ha risposto:
“Non è possibile riaprire il Pronto Soccorso a Bra, semplicemente perché oggi manca l’ospedale. Per legge (vedasi DPR 14.1.97, DM 70/2015, DCR 616/2000 e successive modifiche e integrazioni), infatti, dietro ad ogni Pronto Soccorso devono esserci dei reparti operativi, come, ad esempio, Medicina, Radiologia, Anestesia, Chirurgia, che oggi, per effetto del trasferimento in corso a Verduno, non sono più presenti nella sede braidese.
Il piano di trasferimento dell’Asl Cn2 riguardante gli ospedali di Alba e Bra a Verduno prevede l’operatività del DEA a Verduno intorno alla metà di luglio, vale a dire tra un mese e mezzo.
I cittadini non hanno tanto “bisogno di assistenza in prossimità di casa”, quanto semmai della migliore assistenza, con reparti e cure adeguate agli standard strutturali, tecnologici e sanitari.
Gli spazi del Pronto Soccorso di Bra saranno molto utili per realizzare nel prossimo futuro alcuni dei servizi essenziali della Casa della Salute, anche come prima accoglienza medica ed infermieristica (cure primarie e presa in carico della cronicità).
Per quanto riguarda il PPI, non è mai stato programmato negli anni scorsi, anche perché non risulta che sia replicata in regione la presenza di un PPI a distanza di 9 km da un DEA di rilievo.
In altre zone, il PPI serve anche perché territori molto estesi sarebbero privi di posti di assistenza per lunghe percorrenze (tipo valli montane), ma questo non è il caso di Bra, restando comunque da valutare la sicurezza di tali punti di assistenza rispetto al rapido conferimento al DEA più vicino e competente”.
Nella foto l’ospedale di Verduno