Sab. Nov 23rd, 2024

La sezione avicola regionale, guidata da Oreste Massimino, ha esaminato la situazione. Presenti a Torino il presidente Enrico Allasia, veterinari, mangimisti e esperti del settore.
Le organizzazioni della filiera avicola (allevamento di pollame per la produzione di uova) hanno sottoscritto, lunedì 11 settembre a Roma al Ministero della Salute, un protocollo messo a punto nell’ambito del dialogo tra le associazioni produttive e le autorità sanitarie, con il quale si impegnano a promuovere l’attuazione di un programma di autocontrollo rafforzato che si affiancherà ai controlli ufficiali effettuati dalle autorità pubbliche per garantire la sicurezza dei consumatori, attraverso una verifica estesa delle caratteristiche delle uova italiane e dei prodotti che le contengono. Confagricoltura, che ha sottoscritto il protocollo per l’autocontrollo, ha riunito oggi – mercoledì 13 settembre – a Torino la sezione avicola dell’organizzazione subalpina (costituita dai rappresentanti provinciali dei produttori di uova aderenti a Confagricoltura) insieme a veterinari, mangimisti ed esperti del settore per esaminare la situazione su tutti i fronti.
Presente il presidente regionale Enrico Allasia, oltre al direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio. “Vogliamo che i consumatori siano giustamente garantiti – ha detto Allasia aprendo i lavori – e che si evitino danni a carico degli imprenditori che lavorano quotidianamente con scrupolo e professionalità per assicurare prodotti salubri e di qualità”. Il presidente della sezione avicola nazionale di Confagricoltura Oreste Massimino, che guida anche gli allevatori avicoli piemontesi e cuneesi, ha sottolineato che occorre fare presto chiarezza sulla cosiddetta “vicenda fipronil”, perché i controlli nel comparto “sono molto accurati e gli allevatori si sottopongono a rigorosi disciplinari di produzione, che coinvolgono anche i centri di imballaggio e le reti commerciali”. Confagricoltura Piemonte, che collaborerà per la diffusione dei piani di autocontrollo da realizzarsi con una cadenza regolare, con esami di laboratorio mirati a escludere la contaminazione delle uova, ribadisce la necessità di continuare a lavorare uniti per migliorare la tracciabilità delle produzioni, nazionali ed estere, con l’obiettivo di salvaguardare il nostro patrimonio zootecnico e di assicurare la miglior trasparenza ai consumatori. A questo riguardo Confagricoltura Piemonte si è impegnata a sostenere la richiesta della timbratura delle uova a livello di ogni singola azienda di allevamento, al fine di salvaguardarne l’origine e di tutelare la provenienza del prodotto nazionale. “I consumatori – ha aggiunto Massimino – hanno il diritto di continuare a privilegiare un alimento naturale, sano, nutriente e tra i più completi, che contiene molti nutrienti essenziali per gli adulti e per i bambini di tutte le età”.
Confagricoltura ricorda che le uova sono un’eccellente risorsa di proteine, ricche di vitamine A, D, E, B12, di niacina e calcio, zinco e ferro. In Piemonte sono attivi circa 140 allevamenti con 2.100.000 galline ovaiole (circa il 5% del totale nazionale). La produzione annua di uova piemontesi è di circa 610 milioni di pezzi, per un valore di circa 72 milioni di euro (prezzo attuale all’origine).

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