La crisi provocata dalla pandemia ha messo in ginocchio le imprese private di trasporto persone e contemporaneamente ha fatto emergere le storiche criticità del trasporto pubblico locale nell’offerta di servizi. Questa “lezione” deve innescare un cambio di rotta con la riorganizzazione del Tpl all’insegna della collaborazione e della sinergia tra pubblico e privato per soddisfare in modo efficiente la domanda di mobilità dei cittadini.
Lo hanno chiesto i vertici nazionali di Confartigianato Auto-Bus Operator intervenuti recentemente in audizione alla Commissione Trasporti della Camera sullo stato del trasporto pubblico locale con riferimento all’emergenza sanitaria.
«Confartigianato Auto-Bus Operator, – spiega Eraldo Abbate, rappresentante provinciale e consigliere nazionale della categoria – che rappresenta circa 2.500 imprese nei settori Ncc vetture e autobus turistici, sostiene la necessità di ripensare l’organizzazione del trasporto pubblico locale rafforzando l’integrazione dei tradizionali servizi di linea con modalità di trasporto gestite dalle piccole imprese e concentrate su particolari categorie di utenti e tipologie di territori (come, ad esempio il trasporto scolastico e i trasporti nelle aree a domanda debole, periferiche e disagiate)».
«I disservizi e le situazioni di assembramento sui mezzi di trasporto pubblici verificatesi in questi mesi – aggiunge Giorgio Felici, vicepresidente vicario di Confartigianato Cuneo, nonché presidente di Confartigianato Piemonte – avrebbero potuto essere evitate mettendo in campo un efficace supporto alle linee da parte delle imprese private. Vanno quindi introdotte misure che portino ad una reale dismissione di servizi da parte degli enti locali e a sviluppare condizioni di concorrenza nell’offerta di trasporto, favorendo le imprese private in condizioni di prossimità territoriale. Tutto questo all’interno di un nuovo modello di mobilità, gestito da una cabina di regia nazionale, che punti sull’intermodalità e sul basso impatto ambientale dei trasporti».
«Inoltre, – conclude Abbate – riteniamo che le misure economiche e fiscali introdotte finora dal Governo non sono state sufficienti a compensare l’impatto del blocco delle attività per le imprese di trasporto persone. Sollecitiamo adeguati e mirati “ristori” che facciano riferimento alle perdite di fatturato nel periodo da marzo a dicembre 2020, oltre che il prolungamento della cassa integrazione e delle moratorie Covid sui finanziamenti».
Nella foto Eraldo Abbate