“Servono giuste misure per combattere il proliferare della fauna selvatica”. È questo il tema della lettera che l’Associazione dei Comuni del Moscato ha inoltrato alle istituzioni di vario livello e a tutte le sedi preposte ad affrontare l’argomento. Una missiva che raccoglie le voci degli agricoltorii della zona, e che accompagna altre iniziative presentate dalle associazioni che tutelano gli operatori del settore.
Tutta l’area del Moscato, infatti, è interessata da questo problema, visti i danni provocati nei vigneti, non soltanto più in quelli situati in prossimità delle aree boschive. È un discorso che vale per i caprioli, in questi giorni in cerca dei teneri germogli della vite, ma anche per i cinghiali, che provocano gravi danni nei noccioleti.
“Una situazione insostenibile ulteriormente aggravata in questo periodo di emergenza sanitaria – scrivono gli amministratori – che ha visto fermarsi la caccia e l’attività umana, provocando una condizione assolutamente fuori controllo”.
Aggiunge il presidente del sodalizio che raggruppa i 51 Comuni del Moscato, Alessio Monti: «Pensiamo che i nostri agricoltori vadano tutelati. Nonostante i tanti incontri e i diversi messaggi che da anni vengono rivolti alle istituzioni preposte e alla stampa, la situazione non è affatto migliorata, anzi. Anche la recente disposizione che offre la possibilità ai contadini d’imbracciare il fucile non interpreta la giusta soluzione. Serve invece un’azione coesa e precisa, finalmente determinante per eliminare il problema». Conclude Monti: «Noi siamo disponibili ad affrontare l’argomento attraverso incontri e tavoli tecnici, o recandoci nelle sedi istituzionali che sapranno ascoltare, ma vogliamo avere delle risposte certe da dare ai nostri agricoltori, senza dover ancora aspettare».